Dopo il baratro della versione completamente in techfit, materiale che sta alla fodera di una scarpa da Running come il polistirolo potrebbe stare alla carrozzeria di una macchina da corsa – leggero e traspirante eh, però alla prima pioggia o curva vi passa subito la poesia – adidas riemerge dall’abisso dell’instabilità, accoppiando finalmente con successo l’energia del Boost al suo top di gamma per il corridore di peso medio o tendente all’importante. Nasce così l’Adistar Boost ESM – http://www.adidas.it/scarpe-running-adistar-uomo – una calzatura NEUTRA che si fodera finalmente di mesh per riportare piedi e caviglie dove gambe e cervello decidono si debba veramente andare e non dove il terreno ingannevole invece avrebbe voglia.
Il “boost”, per chi non lo conoscesse poi, è un materiale innovativo, studiato e sviluppato dalla casa delle tre strisce, con sorprendenti proprietà di rilascio dell’energia. Ricorda un po’ i “brutti e buoni” – che se non sapete cosa sono, mollate subito la lettura e correte in pasticceria – nel senso che è abbastanza brutto da vedere, ma parecchio buono, cioè parecchio elastico e, per quelli che non sono cresciuti a rincorrere le gazzelle della Savana per svagarsi, non è un aspetto da sottovalutare. Questo non vuol dire che rimbalzerete per le strade come l’ispettore Gadget, chiariamoci bene, ma per alcuni, la sensazione di appoggiare i piedi e terra e non impattare stile armageddon, sarà una piacevole scoperta.
A un prezzo di 170 iuri è disponibile in tutte le taglie che potete desiderare e in diverse colorazioni tra cui l’incredibile versione Glow, una variante totalmente ricoperta di materiale catarifrangente che, se illuminata, riflette come uno specchio nel deserto a mezzogiorno in piena estate, perfetta per chi, soprattutto dopo il tramonto, ama la corsa su strada, quella vera, non al parco o sul marciapiede, ma in piena carreggiata a fare a gara con i motorini dei cinni che consegnano le pizze.
Perché far girare l’economia…
- Perché è una delle calzature NEUTRE migliori che ci sono in giro e ha una struttura decisamente solida e apparentemente duratura.
- Perché la versione totalmente catarifrangente non ha eguali sul mercato, a meno che non si vada a cercare tra i cosplay dei film di fantascienza anni ottanta tipo Tron o Starman.
- Perché se non siete delle piume e volete provare l’ebrezza e la morbidezza del Boost, questa è la scarpa da comprare.
…e perché rinfoderare la carta di credito.
- Perché dovrete probabilmente cambiare le stringhe, visto che, quelle in dotazione, ricordano drammaticamente ancora una volta dei fili da pesca, nel senso che o si snodano quasi subito o non si snodano quasi più.
- Perché nonostante non siano pensate per il corridore che consuma la frutta a rate, non sono tra le più leggere della loro categoria.
- Perché, anche se sono un top di gamma, costicchiano un po’ troppo per essere una calzatura con ancora qualche difettuccio da smussare.
Ai posteri l’ardua sentenza
Facendo un bilancio, in una scala da 1 a 10, dove 1 è lo zoccolo che la vostra donna delle pulizie inforca ogni mattina per ciaspolare tra una stanza e l’altra e 10 è il calco ammortizzato del piede di Paul Tergat fatto magicamente a scarpa, direi che questa calzatura merita un solido 7. Se siete quindi un cinghiale che sogna di essere un leone e si sveglia ogni mattina pensando di essere una gazzella, prima di tutto chiaritevi le idee, ma poi valutate seriamente l’investimento, il Boost vi meraviglierà. Se invece bruciate scarpe da Running come rotelle di liquerizia o volete un articolo che, cercando di sorprendervi, non corra il rischio di deludervi, come una di quelle shampiste della circonvallazione esterna che mette il mezzo busto sul profilo di Facebook ma poi la vivo si rivela una “sculacchiona” senza precedenti, dirigete le pecunia su modelli più tradizionali. Nel frattempo però, ricordate sempre e comunque: non è mai la freccia, è sempre l’indiano. Buona Fortuna.